Un’immagine dai primi anni del ‘900 (cartolina datata 31 Gennaio 1902) raffigurante il complesso di case tra le future via Canova, via Mattioli, via Rossini e Corso Italia. Al posto dell’attuale Parco della Rimembranza (che sarà inaugurato nel 1923) è presente il cimitero di Gorizia.
Un’immagine del Palazzo delle Corporazioni (attuale Camera di Commercio Venezia Giulia – fu Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Gorizia) datata 1944
La possibilità di visitare Villa Ceconi mi è stata concessa dalla proprietà attuale per tramite dell’Agenzia Immobiliare Andrea Oliva & Partners. Ringrazio sentitamente entrambi per avermi permesso di visitare il parco e la villa e per i complimenti ricevuti riguardo la documentazione dei luoghi di Gorizia che pubblico su questo sito.
Un pò di storia
C’è un luogo a Gorizia che da sempre ha destato curiosità nei cittadini. Vuoi per l’alto muro di cinta, per la storia centenaria del luogo, per il susseguirsi di proprietari o per le attività svolte, Villa Ceconi ha un fascino un pò misterioso.
Dal progetto alla realizzazione
La sua costruzione fu voluta dal Conte Giacomo Ceconi (Pielungo, 29 settembre 1833 – Udine, 18 luglio 1910), grande imprenditore nel campo delle opere ferroviarie e che acquisì importanza lavorando per l’Impero Asburgico. Il progetto fu redatto dall’architetto Giovanni Andrea Berlam (Trieste, 3 luglio 1823 – Trieste, 1892) edil terreno individuato per tale opera fu quest’area in cui erano attivi i vivai Seiller. Di tale precedente attività rimasero diverse piante che all’epoca, come per molti altri parchi di Gorizia, erano di prestigio. Negli anni a seguire la villa cambiò più volte proprietari tra cui Luigi Salvatore d’Asburgo-Lorena (Firenze, 4 agosto 1847 – Brandýs nad Labem-Stará Boleslav, 12 ottobre 1915), cugino della principessa Sissi, che fu un grande ricercatore. Tra le sue opere troviamo l’interessante “Espressioni di tenerezza e parole vezzeggiative nella parlata friulana (1915)” che riguarda il nostro territorio.
Il periodo delle Madri Orsoline
Nel 1922 la villa venne acquistata dalle Madri Orsoline, religiose già presenti in città già dal 1672 e che possedevano un monastero posizionato tra via delle Monache e la contrada dei Macelli (attuale via Morelli, al tempo via Roma non esisteva ancora). Lo spostamento del monastero era dovuto ai nuovi piani urbanistici della città che si stava evolvendo ed alla necessità di acquisire nuovi spazi. Visto che la villa era stata danneggiata durante la Prima Guerra Mondiale fu scelto l’architetto Max Fabiani (San Daniele del Carso, 29 aprile 1865 – Gorizia, 18 agosto 1962) per riportare la villa alla forma originaria. Proprio in quel periodo Max Fabiani stava contribuendo alla stesura del piano regolatore di Gorizia, documento necessario a seguito dei grandi bombardamenti del 1915-1918.
Contemporaneamente all’acquisto di Villa Ceconi iniziarono i lavori dell’edificio che si affaccia su Via Palladio e che sarà sede di asilo, scuole elementari e medie, una scuola di avviamento professionale, una scuola di economia domestica, una scuola magistrale ed una scuola di taglio e cucito. Sono proprio le Orsoline ad aver introdotto a Gorizia l’arte del ricamo e dei merletti in quanto all’epoca era fonte di reddito per l’istituto. All’avvio della Seconda Guerra Mondiale la villa verrà requisita dalle forze armate (tedeschi, americani, jugoslavi ed infine americani nuovamente) per poi essere riconsegnata all’ordine religioso nell’aprile del 1947. L’attività monacale in villa Ceconi è durata fino al 2013.
Tempi moderni
Il patrimonio appartenente alle Madri Orsoline di Gorizia è stato successivamente acquistato da Erpac (Ente regionale patrimonio culturale) nel 2020 e custodito presso il Palazzo Attems Petzenstein per essere successivamente esposto presso il Museo della Moda di Borgo Castello.
La visita di Villa Ceconi
Vista interna del cancello di ingresso principale di Villa Ceconi
Il cancello d’ingresso posto all’incrocio tra le vie Montesanto e via Palladio permette di accedere all’ampio giardino interno in cui si possono ammirare molte piante ben tenute e diversi arredi quali panchine in pietra, una fontana, lampioni in stile e diversi giochi per bimbi. Tra i molti alberi presenti di particolare pregio è la quercia da sughero centenaria posta vicino alla piccola edicola sacra raffigurante la Madonna.
Si deve proseguire un pò nel parco per riuscire a raggiungere la Villa e poterla ammirare. Subito colpisce l’eleganza della facciata dove spiccano le colonne di granito rosso.
La facciata di Villa Ceconi
I particolari della facciata sono elaborati ed eleganti e seguono lo stile neogreco.
A guardare da vicino, attorno alle finestre più basse, si trovano le scritte delle alunne che hanno frequentato l’istituto un bel pò di tempo fa.
Entrando nella Villa colpisce subito la qualità dei materiali e delle rifiniture. Composta da quattro livelli, i primi due piani sono quelli più eleganti mentre i piani superiori erano destinati alle monache. I primi due piani sono stati sede dell’ente ERSA fino al 2006 e quindi sono stati interessati da lavori di adeguamento degli impianti elettrici e di sicurezza.
Salendo al secondo piano cambiano le rifiniture e gli arredi della Villa in quanto destinati alla vita quotidiana. A questo livello sono presenti le camerate per le monache ed i bagni.
Infine il piano del sottotetto dà l’idea delle dimensioni della villa. I travi in legno sono massicci e tutto il tetto è stato mantenuto nel tempo e perfettamente conservato. Da due porte ricavate nel tetto si accede al tetto con due interessanti terrazzine ricavate in prossimità della facciata.
Infine alcuni particolari delle piastrelle e mosaici presenti al piano terra della villa. I colori sono ancora brillanti grazie a materiali di qualità.
Visitando i vari negozi di cose usate avevo trovato una bella foto che non riuscivo a localizzare, seppure l’area mi apparisse familiare.
Via Mighetti verso Via Generale Scodnik
Ma per fortuna sono tornato ed ho trovato altre foto !! Ecco allora una serie di fotografie che immortalano la Via Palladio costeggiante il muro dell’Istituto Madri Orsoline.
E per finire una foto scattata davanti l’ingresso interno dell’Istituto Madri Orsoline
Istituto Madri Orsoline – Foto di gruppo dinanzi l’ingresso
Un classico per Gorizia. Una cartolina raffigurante il monumento ai Caduti del Parco della Rimembranza.
Il monumento fu eretto nel ’25 su progetto dell’architetto Enrico del Debbio che si rifece alla tomba di Lisicrate in Grecia. Le decorazioni esterne raffiguravano il ciclo della vita mentre all’interno i mosaici dell’artista goriziano Edoardo Del Neri raffiguravano episodi della storia di Gorizia.
Parco della Rimembranza verso via Buonarroti
La notte del 12 Agosto 1944 una carica di dinamite posizionata dai collaborazionisti sloveni distrusse il monumento. Una sola colonna rimase in piedi così come possiamo osservarlo oggi.
La cartolina fu spedita nel ’37 con destinazione Piovene (Vicenza). Entro tre anni da tale data l’Italia entrerà in Guerra (Seconda Guerra mondiale).
Grazie all’aiuto di un collega collezionista sono entrato in possesso di alcune interessanti foto riguardanti il vecchio ponte sull’Isonzo ed il ponte della ferrovia
Il ponte ferroviario tutt’ora esistente
Da notare come siano cambiati gli argini dell’Isonzo. Allora scendevano più gradualmente, oggi molto più scoscesi a causa dell’erosione del fiume.
Il ponte ferroviario con gli edifici dell’ex-cotonificio
I due ponti in rapida successione. L’ex ponte 8 Agosto era adornato da una fila di alberi (come si può osservare nella prossima foto).
Infine una foto scattata da sotto il ponte 8 Agosto in direzione del ponte ferroviario.
Una bella foto del monumento al Fante d’Italia con dei giovani pini marittimi. Sulla sinistra si vede la Scuola Professionale mentre sulla destra, un pò nascosto, il Liceo Classico.
La casa d’angolo tra l’attuale Corso Italia e via Locchi immortalata nei primi anni ‘900. Ha mantenuto l’eleganza di allora fino ai nostri giorni, un plauso ai proprietari dell’immobile.
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